Musei Capitolini: due edifici più una strada che passa sotto Piazza del Campidoglio, e un affaccio sul Foro Romano. Su progetto di Michelangelo poi ripreso da Girolamo e Carlo Rainaldi.
Nel 1471 Papa Sisto IV dona dei bronzi conservati in Laterano (la Lupa Capitolina, lo Spinario, il Camillo e la grande testa di Costantino), da li inizia la storia della più antica raccolta pubblica del mondo.
Ma se arrivati al cospetto della Lupa e dell’originale Marco Aurelio, si è pieni di ammirazione ed emozione, l’effetto “sogno” è valido a partire dal Cortile d’entrata, con l’acròlito di Costantino, fino alla contemplazione della statua del “Marforio” (una divinità fluviale, forse il Tevere o Nettuno o, addirittura, l’Oceano) all’uscita.
Se c’è un posto dove ci si rende conto, senza dubbi di sorta, di quanto importante e grande sia stata l’impronta dei Romani nel mondo il posto è proprio quello dei Musei Capitolini. Fra Statue colossali, Busti, Tombe, Divinità, Templi, Trionfi di Guerra.
I Musei Capitolini sono anche il posto dove si vede lo stato di “guerra semipermanente”, e della continua celebrazione delle Vittorie, in cui vivevano i Romani. E la Sala dei Fasti Capitolini, elenchi di magistrati e trionfatori dalla fondazione della Repubblica all’età augustea, rinvenuti nel Foro Romano, è li per evidenziarlo.
si vis pacem, para bellum(lat. «se vuoi la pace, prepara la guerra»). – Sentenza latina anonima in questa forma, ma presente, in modo poco diverso nella formulazione o nella sostanza, in varî autori; si cita soprattutto per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace è quello di essere armati e in grado di difendersi, in modo da scoraggiare eventuali propositi aggressivi degli avversarî. (Treccani)
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