E’ tutta una questione di prospettiva. Ognuno di noi vede il susseguirsi e lo svolgersi dei fatti nel mondo a modo suo. E ognuno di noi da per scontato che alcune cose accadono e siano così come le hanno sempre interpretate.

Un esempio? Se metto dei cubetti di ghiaccio in un bicchiere a temperatura ambiente, contenete una bibita a temperatura ambiente, lo faccio per rinfrescare la bibita. In realtà è il calore della bibita e del bicchiere che viene ceduto al ghiaccio. La trasmissione del calore (o scambio termico) è un fenomeno di trasporto in cui è coinvolta energia termica tra due sistemi termodinamici, che è causato da una differenza di temperatura tra i due sistemi. Se durante tale processo non viene prodotto calore (ad esempio attraverso reazione chimica), il calore ceduto da un sistema viene acquistato dal secondo sistema, in accordo con la legge di conservazione dell’energia.

Questo principio lo insegnano alle Scuole Superiori. Eppure molti di noi, anche quelli che hanno studiato al Liceo Scientifico, mettono il ghiaccio dentro un bicchiere, invece di mettere la bottiglia nel ghiaccio come fanno nei ristoranti.

Tre Centimetri dietro gli occhi. La sindrome locked-in o sindrome del chiavistello è una condizione nella quale il paziente è cosciente e sveglio, ma non può muoversi oppure comunicare a causa della completa paralisi di tutti i muscoli volontari del corpo.

Chi è “chiuso dentro se stesso” (locked-in) ha una prospettiva diversa della nostra.

Dall’abstract del romanzo: “Tre centimetri dietro gli occhi ci sono, sono vivo e sono cosciente”. Immobilizzato in una camera d’ospedale Riccardo Borrazzini, un “total locked-in”, un uomo in coma vegetativo da oltre cinque anni, prova a gridare muto la sua volontà di rimanere in vita, il suo radicale rifiuto verso lo spegnimento delle macchine alle quali è attaccato. Ed è un grido contro la superficialità dei luoghi comuni, la leggerezza delle frasi fatte, i modi automatici e le espressioni a nastro della comunicazione di ogni giorno. Nell’affermare la sua capacità di resistere, la necessità di sperare e un’insopprimibile voglia di vivere, il protagonista mette in scena uno dei problemi più attuali e tremendi con i quali si confronta la ricerca neuro-scientifica, spalancando al lettore un mondo altrimenti sconosciuto e apparentemente inconcepibile. Che invece esiste e ci interroga.

La prospettiva dell’immaginario Riccardo non può essere la stessa di un uomo che cammina, parla e comunica. E’ una prospettiva completamente diversa da quella di un uomo “nella norma”. E’ quella di un uomo che impara – anche – cose su stesso sentendole da chi gli gira intorno. Per visitarlo, accudirlo, sperare che si “risvegli”.

Beninteso: non è un libro contro il suicidio assistito. E’ il racconto di una esperienza. E’ il racconto di una vita vissuta – appunto – da una diversa prospettiva.

Magari Riccardo metterebbe la bottiglia nel ghiaccio, e non il ghiaccio nel bicchiere.

Pino Donghi con Marco Malvaldi ad una delle presentazioni di Tre Centimetri Dietro Gli Occhi

Pino Donghi: Una vita professionale spesa nello studio di soluzioni comunicative originali, adatte al linguaggio del cliente, modellate sulle esigenze dei servizi e dei prodotti. Il primo a lanciare la stagione dei grandi festival culturali, con le ventitré edizioni di Spoletoscienza a partire dalla fine degli anni ‘80, un esempio replicato con successo su decine di altre piazze d’Italia. Direttore artistico, editor, conduttore, curatore di collane editoriali, saggista.